Autore/i della scheda: Costantino Di Sante
Dati sul campo
Comune: Avio
Provincia: Trento
Regione: Trentino-Alto Adige
Ubicazione: Avio - Avio
Tipologia campo: lavoro
Numero convenzionale: 113
Numero di posta militare: 3100
Campo per: truppa
Giuristizione territoriale: XXXV Corpo d’Armata Territoriale
Scalo ferroviario: Avio
Sistemazione: baraccamento
Capacità: 250
In funzione: da 05/1942 al 09/1943
Comando/gestione del campo: Maggiore Igino Giordani
Cronologia:
Aprile 1943 arrivano 170 prigionieri sudafricani.
Luglio 1943 vi sono inviati altri 190 prigionieri alleati.
Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Avio
Data | Generali | Ufficiali | Sottufficiali | Truppa | TOT |
30.4.1943 | 170 | 170 | |||
31.5.1943 | 170 | 170 | |||
30.6.1943 | 169 | 169 | |||
31.7.1943 | 359 | 359 | |||
31.8.1943 | 359 | 359 |
Storia del campo
Il campo di lavoro di Avio viene istituito nel maggio 1942, quando 200 prigionieri jugoslavi vi furono inviati dal campo n. 62 di Grumello del Piano (BG). Questi vennero utilizzati dalla Società Idroelettrica del Medio Adige per svolgere dei lavori di canalizzazione e sterro.
Solo nel maggio del 1943 dal campo n. 54 di Passo Corese vi furono trasferiti 170 sudafricani per essere impiegati nel comune di Mori (TN) presso lo stabilimento Industria Nazionale Alluminio di proprietà della Montecatini Il lavoro era molto duro in quanto consisteva nel fondere il materiale grezzo nelle fornaci elettriche. Durante la lavorazione le temperature raggiungevano temperature molto alte e, seppure convenientemente protetti da vestiti e maschere protettivi, le attività risultavano essere molto pericolose. Non a caso alcuni di essi chiesero ai delegati della Croce Rossa Internazionale se il lavoro fosse consentito dalla Convenzione di Ginevra. Per gli osservatori l’estrazione dell’alluminio dalle fornaci non era in contrasto con le norme che tutelavano il lavoro dei prigionieri.
L’edificio dove si trovava la sede del campo ad Avio non ospitò mai i prigionieri. Probabilmente vi transitarono solamente per sbrigare le pratiche amministrative per poi essere inviati alla fabbrica nelle vicinanze della quale erano anche alloggiati. Dalle relazioni degli ispettori sappiamo che ricevettero un buon trattamento e per il lavoro che svolgevano erano regolarmente retribuiti.
Nell’estate del 1943 un altro contingente di circa 200 prigionieri alleati fu inviato al campo di Avio. Questi ultimi, furono impiegati dalla Società Serbatoi Montani per Irrigazione ed Elettricità (S.M.IRR.EL) a Forte Buso nel comune di Predazzo (TN), quasi sicuramente, per l’edificazione della centrale idroelettrica di Caoria.
Non si hanno notizie di ciò che accadde ai prigionieri dopo l’armistizio.
Fonti archivistiche
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, A5G, II GM, bb. 116, 117, Verbali e Notiziari della Commissione Interministeriale per i Prigionieri di Guerra
- Archivio Centrale dello Stato, Onorcaduti, b. 1
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, H8, b. 79
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, L10, b. 32
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, N1-11, b. 667
- The National Archives, WO 224/141
- The National Archives, WO 344/1/1
- The National Archives, WO 344/9/2