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PG 29 - Veano

Autore/i della scheda: Isabella Insolvibile

Dati sul campo

Comune: Vigolzone

Provincia: Piacenza

Regione: Emilia-Romagna

Ubicazione: Veano - Vigolzone

Tipologia campo: concentramento

Numero convenzionale: 29

Numero di posta militare: 3200

Campo per: ufficiali superiori

Giuristizione territoriale: Difesa Territoriale Milano

Scalo ferroviario: Ponte dell’Olio

Sistemazione: accantonamento

Capacità: 200

In funzione: da 05/1942 al 08/09/1943

Comando/gestione del campo: Ten. Col. Enrico Poggiali (5.1942-3.1943), Ten. Col. poi Col. Giancarlo Cornaggia Medici (4.1943-8.9.1943)

Cronologia:
Primavera 1942: i prigionieri alleati sono destinati al campo di Veano.
8.9.1943: I prigionieri lasciano il campo. Molti prenderanno parte alla Resistenza.

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Vigolzone

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
1.5.1942   15   60 75
1.6.1942   96   60 156
1.7.1942   86   61 147
1.8.1942   182   50 232
1.9.1942 2 199   61 262
30.9.1942 3 201   60 264
31.10.1942 3 195   58 256
30.11.1942 4 207   59 270
31.12.1942 4 206   59 269
31.1.1943 4 205 2 61 272
28.2.1943 4 205 2 60 271
31.3.1943 2 189 1 60 252
30.4.1943 2 179 1 59 241
31.5.1943   205 2 60 267
30.6.1943   206 2 60 268
31.7.1943   202 62 264
31.8.1943   206 2 60 268
 

Storia del campo

Il campo viene insediato all’interno di una villa che funge da residenza estiva per gli studenti del Collegio Alberoni di Piacenza, un seminario per aspiranti al sacerdozio. Fino alla fine del 1942, i rapporti della Croce Rossa Internazionale e della potenza protettrice descrivono il campo di Veano come «eccellente», nonostante piccoli problemi di temporaneo sovraffollamento e alcune carenze per quanto riguarda l’approvvigionamento di acqua e dei materiali sanitari, peraltro obsoleti. Per l’estate di quell’anno risulta che la dieta dei prigionieri si basi perlopiù sui pacchi della Croce Rossa, come viene descritto nel rapporto del delegato sulla visita del luglio 1942 [TNA, FO 916/369]:

Colazione: Caffè
Pranzo: Riso condito (dai pacchi della Croce Rossa); Carote, insalata, formaggio, prugne.
The: The (dai pacchi della Croce Rossa)
Cena: Zuppa di pomodoro; Sformato di carne (dai pacchi della Croce Rossa); Patate e piselli; dolce di riso

Con il passare del tempo, la situazione peggiora: nel 1943 gli alloggi risultano inadeguati, così come le latrine, l’illuminazione artificiale e, ancora, l’approvvigionamento idrico. Non ci sono, infatti, né lampadine per sostituire quelle fuori uso né acqua sufficiente per più di una doccia al mese a prigioniero. Gli alloggi sono sovraffollati e poco attrezzati e manca spazio per le attività di studio e ricreative. Peraltro, i detentori compiono sequestri del tutto arbitrari tra i beni dei militari nemici – ad esempio, tutti i libri di matematica, meccanica e ingegneria – e non inoltrano le lettere di protesta alla potenza protettrice. Tuttavia, il fatto che il campo sia riscaldato e il cibo buono (per quanto costoso) rende la situazione migliore che altrove, e di ciò beneficiano anche i rapporti tra detentori e detenuti.
Gli ufficiali prigionieri a Veano organizzano diverse attività all’interno del campo, come racconta l’ammiraglio Walter Cowan, catturato nel maggio 1942 e rimpatriato nella primavera del 1943 data l’età molto avanzata (72 anni, che non gli avrebbero impedito di tornare a combattere in Italia nel 1944):

Every sort of lecture went on every day and to almost all of them everybody went. Thene once a week after dinner there would be a very cleverly prepared digest of the week’s news as gathered from the Italian papers, and another as gathered from the private letters of as many as were good enough to contribute items of general interest, and so very many did. News about foxhunting, farming, racing Parliament, well known public men, high service appointments – every sort of varied facts and to be of interest to every sort of mentality. Such a lot of them in real life were not soldiers at all that it made the whole community a much larger reservoir of varied interests than most people would ever foresee. Then there were debates now and then on many unexpected subjects; one initiated by an old Etonian to urge and prove that public schools should be done away with – tremendous interest and clever argument. Another in defence of foxhunting (by a Northumberland Blackett). Another urging that divorce should be made more difficult. [TNA, WO 224/112].


Una delle attività principali dei prigionieri di Veano è, però, la progettazione e la realizzazione di piani di fuga, che si succedono ma che non sono mai coronati dal successo. Nell’estate del 1942 un prigioniero prova a scappare dal campo 29 rinchiuso in un barile, «senonché, il caporale capoposto che doveva assistere a tale trasporto notava che i tre pg. incaricati muovevano il barile facendo uno sforzo superiore a quello richiesto, se fosse stato vuoto. Senza indugio, allora, ha fatto portare il barile in magazzino, ove si provvedeva a sollevare il coperchio e a tirar fuori… l’ufficiale pg. alquanto malandato. Egli indossava un paio di pantaloni di tela viola-marrone che ha dichiarato di avere avuto da un marinaio insieme ad un maglione azzurro, ed aveva con sé alcune tavolette di cioccolato, un po' di pane ed un pacchetto di biscotti. Il vigile e perspicace capoposto è stato premiato per il suo spirito di osservazione che è valso a sventare una fuga che era stata congegnata in modo abile, col concorso, s’intende, di camerati pg., i quali sono stati puniti al pari del mortificato protagonista del tentativo» [AUSSME, N1-11, b. 1243]. Un altro tentativo di fuga viene effettuato, nel luglio 1943, dal tenente colonnello Stray, che tinge di blu la maglia di un pigiama perché assomigli all’abito da lavoro degli operai italiani, vi indossa sopra un pastrano dell’esercito nemico e sotto un paio di pantaloni color cachi. La colorata accozzaglia non passa ovviamente inosservata e la fuga fallisce.
Ai tentativi di evasione seguono perquisizioni a tappeto e, talvolta, punizioni collettive (contrarie alla normativa ginevrina): l’evasione del brigadier neozelandese G.H. Clifton attraverso un buco praticato nel muro della stanza nella quale l’ufficiale alloggia insieme ad altri, provoca l’isolamento temporaneo dei generali rimasti. Clifton, dal canto suo, riesce ad arrivare fino a Como prima di essere ricatturato. È poi trasferito al campo di punizione di Gavi, da dove tenterà di scappare altre tre volte, l’ultima delle quali dopo l’armistizio. Poi, scapperà anche dai tedeschi.
Nella primavera del 1943, le forti piogge riempiono i serbatoi di acqua di Veano e ciò migliora le condizioni igieniche dei prigionieri, per i quali, tuttavia, mancano scorte di chinino e le cui proteste continuano a essere ignorate. Sarà così fino alla fine: a ridosso dell’8 settembre 1943 il campo è sovraffollato, con forti carenze d’acqua dovute alla siccità estiva, e gravi problemi di igiene collettiva (i prigionieri non fanno la doccia da due mesi).
Dopo l’armistizio, la gran parte dei prigionieri di Veano riesce a darsi alla macchia. Tra di loro vi sono Gordon Lett, uno dei protagonisti dell’anima “internazionale” della Resistenza italiana, e Desmond Young, che invece riparerà in Svizzera e nel dopoguerra diverrà il biografo di Rommel.
Per quanto riguarda il campo 29, le punizioni collettive e, soprattutto, il mancato inoltro delle proteste dei prigionieri alla potenza protettrice, sono palesi violazioni della Convenzione di Ginevra. Per il resto, nel campo non avvengono crimini di guerra.
Dopo la guerra, la villa è tornata alla destinazione d’uso prebellica. Oggi è utilizzata dalla Fondazione Opera Pia Alberoni per fini istituzionali ed eventi culturali.

Fonti archivistiche

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