Seleziona una pagina
PG 145 - Montorio al Vomano

Autore/i della scheda: Costantino Di Sante

Dati sul campo

Comune: Campotosto

Provincia: L'Aquila

Regione: Abruzzo

Ubicazione: Poggio Cancelli - Campotosto

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 145

Numero di posta militare: 3300

Campo per: truppa

Giuristizione territoriale: IX Corpo d’Armata

Scalo ferroviario: L'Aquila

Sistemazione: baraccamento

Capacità: 300

In funzione: da 07/1942 al 08/09/1943

Comando/gestione del campo: Capitano Giuseppe Corsi

Cronologia:
5 luglio 1942 iniziano i lavori di approntamento del campo da parte del Presidio militare dell’Aquila
27 luglio 1942, provenienti da Teramo con autotrasporto arrivano 300 prigionieri serbi
Fine novembre 1942 il campo viene ripiegato fino al marzo successivo
Fine aprile il campo viene riattivato e vi sono distaccati anche prigionieri britannici di nazionalità sudafricana e neozelandese

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Campotosto

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
1.8.1942 300 300*
30.9.1942 32 167 199*
30.10.1942 32 164 196*
31.5.1943 299 299[1]
30.6.1943 5 348 353
31.8.1943 5 345 350
* Jugoslavi. [1] Sudafricani e neozelandesi.

Storia del campo

La sede del campo di lavoro n. 145 nei documenti ufficiali è denominato come Montorio al Vomano in provincia di Teramo, in realtà fu istituito in località Poggio Cancelli nel comune di Campotosto in provincia dell’Aquila. Probabilmente l’indicazione della sede teramana era dovuta alla vicinanza del confine tra i due comuni e al territorio dove furono impiegati i prigionieri per la realizzazione di un bacino idroelettrico.
l baraccamenti del campo furono costruiti non lontano dal lago di Campotosto nell’estate del 1942. La sua istituzione è dovuta alla richiesta che fu fatta nel marzo del 1942 allo Stato maggiore dell’esercito dalla Società Anonima Terni per avere distaccati dei prigionieri da adibire ai lavori di sterro per le dighe presso gli impianti idroelettrici sul fiume Vomano. Il campo entrò in funzione il 27 luglio quando arrivarono 300 prigionieri serbi.
La località dove fu impiantato il campo si trovava a circa 1.300 metri di altitudine sotto il massiccio del Gran Sasso, a causa delle inadeguate baracche di legno e delle rigide temperature invernali, da fine novembre 1942 a marzo 1943 il campo fu chiuso e i prigionieri smistati in altre strutture.
In primavera il campo fu riattivato e da quello di Montelupone n. 129, in provincia di Macerata, furono inviati 150 prigionieri britannici di nazionalità sudafricana e neozelandese. Mentre 50 prigionieri jugoslavi vi furono nuovamente inviati dal campo n. 65 di Altamura-Gravina di Puglia. Questi ultimi il 28 giugno furono fatti ripartire perché ritenuti dalla ditta non idonei per svolgere i lavori che dovevano essere realizzati sulla diga. Al loro posto, sempre da Montelupone, vi furono inviati altri 100 prigionieri sudafricani e neozelandesi. Il 23 luglio arrivano altri 200 prigionieri britannici.
Fonti britanniche attestano l’ostilità del comandante, il cap. Giuseppe Corsi, che si distingue per il suo spirito fortemente anti-britannico e il trattamento brutale al quale sottopone i soldati nemici. Il 19 agosto nel cantiere di Poggio Cancelli a causa di un incidente muore un operaio italiano, e viene gravemente ferito il prigioniero inglese William Thomas Holt che sarà ricoverato presso l’ospedale di Amatrice.
Dopo l’8 settembre sembra i prigionieri furono liberati dal comandante del campo riuscendo successivamente a sfuggire ai rastrellamenti nazifascisti. Alcuni di loro furono presenti il 25 settembre 1943 alla “battaglia di Bosco Martese”.
Oggi nella località dove sorgeva il campo non rimane nessuna traccia.

Fonti archivistiche

Bibliografia

Risorse online

Storie legate a questo campo


Nessuna storia ancora associata a questo campo. Segnalane una!