Autore/i della scheda: Costantino Di Sante e Isabella Insolvibile
Dati sul campo
Comune: Carpi
Provincia: Modena
Regione: Emilia-Romagna
Ubicazione: Fossoli - Carpi
Tipologia campo: concentramento
Numero convenzionale: 73
Numero di posta militare: 3200
Campo per: sottufficiali – truppa
Giuristizione territoriale: Difesa Territoriale Bologna
Scalo ferroviario: Modena
Sistemazione: attendamento, poi baraccamento
Capacità: 8000
In funzione: da 07/1942 al 20/09/1943
Comando/gestione del campo: Col. Guglielmo Ferrari
Cronologia:
Estate 1942: i prigionieri alleati, quasi tutti britannici, sono destinati agli attendamenti del campo. Nel frattempo, si stanno costruendo i baraccamenti che andranno a costituire il cd. «campo nuovo».
Novembre 1942: la «Cooperativa muratori, cementisti e decoratori» di Carpi termina la costruzione dei baraccamenti del «campo vecchio» (campo n. 1).
Dicembre 1942: i prigionieri sono trasferiti nelle baracche del «campo nuovo» (campo n. 2), la cui costruzione prosegue.
4 marzo 1943: alla «Società immobiliare polesana» sono ceduti 200 prigionieri di truppa per costituire un distaccamento di lavoro a Cà Venier. Altri verranno inviati ai distaccamenti di Porto Tolle in provincia di Rovigo e Selva Malvezzi in provincia di Bologna.
Marzo 1943: terminano i lavori del «campo nuovo» (campo n. 2).
21 luglio 1943: dalla stazione di Carpi parte per la Germania il primo contingente di 332 prigionieri britannici per essere impiegati al lavoro nel Reich.
Estate 1943: Fossoli continua a ricevere prigionieri da altri campi.
9 settembre 1943: i tedeschi occupano il campo e catturano i prigionieri alleati.
15-20 settembre 1943: gran parte dei prigionieri britannici sono deportati al campo di Bergen Belsen. Durante il trasferimento da Fossoli alla stazione di Carpi alcune decine di prigionieri riescono a fuggire grazie all’aiuto della popolazione locale.
Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Carpi
Data | Generali | Ufficiali | Sottufficiali | Truppa | TOT |
1.8.1942 | 135 | 1622 | 1757 | ||
1.9.1942 | 2 | 242 | 2865 | 3109 | |
30.9.1942 | 3 | 250 | 2909 | 3162 | |
31.10.1942 | 4 | 261 | 2961 | 3226 | |
30.11.1942 | 6 | 293 | 3111 | 3410 | |
31.12.1942 | 6 | 361 | 3750[1] | 4117 | |
31.1.1943 | 5 | 424 | 4087[2] | 4516 | |
28.2.1943 | 5 | 456[3] | 4644[4] | 5105 | |
31.3.1943 | 5 | 385[5] | 4142[6] | 4532 | |
30.4.1943 | 4 | 371[7] | 4028[8] | 4403 | |
31.5.1943 | 4 | 369 | 4036 | 4409 | |
30.6.1943 | 4 | 659 | 4130 | 4793 | |
31.7.1943 | 7 | 4721 | 4728 | ||
31.8.1943 | 7 | 752 | 4709 | 5468 |
Storia del campo
I primi prigionieri alleati vi arrivano nell’estate del 1942. Vengono alloggiati in attendamenti che occupano quello che, di lì a poco, verrà rinominato «campo vecchio». La sistemazione nelle tende comporta numerose difficoltà: il terreno fangoso in caso di pioggia, la mancanza di illuminazione artificiale e di riscaldamento, l’assenza di biancheria da letto, etc. Il cosiddetto «campo nuovo», in baraccamenti, è parzialmente pronto nel dicembre 1942, ma i lavori (ai quali partecipano anche alcune decine di prigionieri) andranno avanti ancora per mesi, almeno fino al giugno del 1943. Dopo il trasferimento nelle baracche, la condizione dei prigionieri migliora, ma permangono numerose difficoltà logistiche e organizzative: il riscaldamento, ad esempio, è previsto solo nelle aree comuni; quindi, i dormitori sono umidi e freddi e, peraltro, molti dei prigionieri hanno ancora indosso la sola divisa estiva con la quale sono stati catturati sui fronti africani. Numerosi sono, nei mesi successivi, i prigionieri che si ammalano e vengono ricoverati negli ospedali di Parma e Piacenza. Il campo di Fossoli, usato anche come transito per prigionieri destinati altrove, è spesso sovraffollato; i prigionieri hanno poco spazio all’interno e nessuno, quando piove, all’esterno, dato che il terreno diventa impraticabile in caso di pioggia.
La bella stagione, nella primavera del 1943, migliora le condizioni di vita dei prigionieri, una parte dei quali è assegnata ai distaccamenti di lavoro di Ca’ Venier (dove si lavora nel settore edile, per conto della Società Immobiliare Polesana) e Porto Tolle in provincia di Rovigo, e Selva Malvezzi nel bolognese.
Nello stesso periodo il sergente H.E. Hawith tenta di fuggire dal campo con indosso un’uniforme da ufficiale medico italiano. Scoperto, viene processato per «uso improprio di uniforme italiana» e condannato a 59 giorni di isolamento, con una sola ora d’aria nei primi 47. In un tentativo di fuga realizzato il 30 giugno 1943, invece, restano feriti alle gambe, per gli spari delle sentinelle, i prigionieri John Gordon e Alexander Looney, che hanno provato a lasciare il campo tagliando il filo spinato con delle cesoie.
Nell’estate del 1943 Fossoli continua a ricevere prigionieri provenienti da altri campi; tuttavia, il 21 luglio un primo contingente di britannici – 332 persone – è fatto partire da Fossoli per l’impiego nel Reich.
Il campo è utilizzato per gli alleati fino all’armistizio, dopo il quale tutti i soldati detenutivi finiscono in mani tedesche. Ciò accade soprattutto a causa del comandante italiano, il col. Ferrari, che impone ai prigionieri di restare nel campo, sostenendo che le truppe alleate stiano per arrivare, e permette invece ai tedeschi di occupare il sito già il 9 settembre.
Oltre alla punizione eccessiva comminata al fuggitivo Hawith (che viola l’art. 54 della Convenzione di Ginevra, in base al quale il periodo agli arresti non può superare i 30 giorni, da assegnare solo in caso di infrazioni gravissime), non vi si verificano a Fossoli altre gravi violazioni della Convenzione o crimini di guerra. Le cattive condizioni del campo e di trattamento dei prigionieri, nonché il talvolta malevolo comportamento dei detentori, sono elementi di inchieste del dopoguerra che, però, si ritiene non abbiano avuto esiti giudiziari.
Secondo l’analisi del britannico Prisoners of War Department, tuttavia, Fossoli fu uno dei tre campi peggiori d’Italia, preceduto solo da Sforzacosta e Gravina-Altamura.
Dal 5 dicembre 1943, sotto la giurisdizione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura viene utilizzata come campo nazionale per il concentramento degli ebrei che successivamente saranno deportati nei lager del Terzo Reich. Dal gennaio seguente vi sono internati anche oppositori politici, civili stranieri, familiari di renitenti alla leva e lavoratori rastrellati dai nazifascisti. Il 15 marzo 1944 il «campo nuovo» passa sotto il comando tedesco ed è trasformato, in «Campo di Polizia e di Transito» (Dulag 152). Con il crollo della linea Gustav e l’avvicinarsi del fronte, nel luglio 1944, dopo aver ucciso 67 internati antifascisti al vicino poligono del Cibeno, i tedeschi trasferiscono nel lager di Bolzano tutti gli ebrei e gli oppositori politici, mentre Fossoli resta in attività fino al novembre 1944 per il transito dei lavoratori coatti da inviare nel Reich.
Nel dopoguerra, mentre il campo «vecchio» viene smantellato, il campo «nuovo» è utilizzato dapprima per rinchiudervi collaborazionisti e militari fascisti, poi come «campo di concentramento per stranieri indesiderabili» e successivamente come «centro raccolta profughi». Tra il maggio del 1947 e l’agosto 1952 ospita l’esperimento di Nomadelfia di don Zeno Saltini, una comunità per bambini abbandonati e orfani di guerra. Dal 1954 al 1970 il sito è utilizzato come campo per profughi giuliano-dalmati, e la struttura viene trasformata nel «Villaggio San Marco». Nel 1973 viene inaugurato a Carpi il «Museo - Monumento al deportato politico e razziale». Nel 1984 l’area dove sorgeva il campo viene ceduta al comune di Carpi. Nel 1996 viene istituita la Fondazione ex-Campo di Fossoli che, dal 2001, gestisce il sito storico.
Fonti archivistiche
- Archivio Centrale dello Stato, MG, CGCC, Miscellanea, scatola 2
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Aeronautica, Gabinetto, b. 70, Verbali e Notiziari della Commissione Interministeriale per i Prigionieri di Guerra
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, bb. 116, 117, 118 e 140, Verbali e Notiziari della Commissione Interministeriale per i Prigionieri di Guerra
- Archivio Centrale dello Stato, Onorcaduti, b. 1
- Archivio del Comité international de la Croix-Rouge, BG-003-24-11
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, H8, b. 79
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, L10, b. 32
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, N1-11, b. 1243
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, N1-11, b. 843
- The National Archives, TS 26/717, 789
- The National Archives, WO 224/131, 178, 179
- The National Archives, WO 361/1882, 1902
Bibliografia
- Biondi E., Liotti C., Romagnoli P., Il Campo di Fossoli: evoluzione d’uso e trasformazioni, in G. Leoni (a cura di), Trentacinque progetti per Fossoli, Milano, Electa, 1990. Pagine: 35-49
- Di Sante C., Stranieri indesiderabili. Il campo di Fossoli e i “centri” di raccolta profughi in Italia 1945-1970, Verona, Ombre Corte, 2011
- Insolvibile I., I prigionieri alleati in Italia 1940-1943, tesi di dottorato, Dottorato in "Innovazione e Gestione delle Risorse Pubbliche", curriculum “Scienze Umane, Storiche e della Formazione”, Storia Contemporanea, Università degli Studi del Molise, anno accademico 2019-2020,
- Makepeace C., Captives of War. British Prisoners of War in Europe in the Second World War, Cambridge, Cambridge University Press, 2017
- Minardi M., I nemici. I prigionieri del PG 73, http://www.centrostudifossoli.org/PDF/dbminardi.pdf
- Minardi M. (a cura di), Prigionieri in Italia. Militari alleati e campi di prigionia (1940-1945), Parma, MUP, 2021
- Moore A., Ricordi di un ex prigioniero di guerra inglese evaso dal campo di Fossoli, in Ricerche storiche, f. 13/14, v. 5, 1971. Pagine: 97-123
- Ori, A. M., La memoria stratificata del Campo di Fossoli, in Deportazione e memoria della deportazione, Cuneo, 2004. Pagine: 125-178
- Satow, H., See M.J. , The work of the Prisoner of War Department during the II World War, London, Foreign Office, 1950