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John Egbert Falls Dickson

Lieutenant Royal Navy

Escape Report di John Dickson (TNA, WO 208/3317)

John è catturato il 29 giugno 1941 presso Sirte assieme ai suoi compagni. È subito trasportato a Bengasi. Da Tarhuna salpa in direzione di Taranto, sbarcandovi il 3 settembre. Trasferito a Capua in treno, è poi inviato presso il PG 41 di Montalbo. Lascia la struttura il 29 marzo 1943 per il campo 35 di Padula. Il 12 agosto viene nuovamente trasferito a Nord presso il PG.19 di Bologna.

Qui partecipa alle attività di scavo per la realizzazione di un tunnel utile alla fuga, ma l’opera non viene completata: con l’armistizio, infatti, i tedeschi occupano il campo e tutti i prigionieri presenti sono presto caricati su un treno diretto in Germania.

Il 12 settembre il convoglio transita nei pressi della stazione di Mantova. Quando i tedeschi si allontanano ai prigionieri viene permesso di sostare all’aperto tra un treno vuoto e un altro carico di italiani. Mentre risalgono sui vagoni le guardie passano le loro bottiglie agli italiani affinché le riempiano.

Sono riuscito a strisciare sotto il nostro treno, a venire fuori sui binari dal lato esterno. Avevo stabilito con un compagno che appena sarei stato fuori avrebbe dovuto gridarmi in italiano che voleva che gli riempissi la bottiglia. Ho preso la bottiglia, l’ho riempita e l’ho restituita. Le sentinelle tedesche sembravano non farci caso, ma non ero ancora sicuro che mi considerassero un italiano, così passai davanti a una di loro e presi un altro carico di bottiglie, riempiendole e restituendole. A questo punto i tedeschi stavano spingendo gli altri prigionieri a risalire sul vagone, io feci il giro del treno e uscii attraverso l’ingresso da cui passavano le merci, superando diverse sentinelle tedesche. Ho visto allora il treno partire.

John si incammina verso sud, con l’obiettivo di raggiungere il fiume Po. Nei pressi del ponte che si appresta ad attraversare si imbatte in un tedesco che gli parla in italiano. Riesce a capire che gli sta chiedendo l’ora. Risponde senza destare sospetti e raggiunge l’altra sponda. Due giovani ragazze, alle quali rivela di essere un inglese in fuga, lo portano in una vicina colonica dove riceve cibo, vino e suggerimenti circa il percorso da seguire.

Trascorre la notte del 12 settembre presso una fattoria e il giorno seguente, di nuovo in cammino, si ferma a chiacchierare con due italiani che gli consigliano di prendere un treno e lo accompagnano presso la vicina stazione. Senza biglietto né soldi sale su un convoglio diretto a Rovigo. Al controllore dice di essere un prigioniero in fuga diretto a Bari: «mi scrisse le stazioni in cui sarei passato e mi disse che avrei dovuto cambiare treno a Rovigo»

Transita da Ferrara e Rimini, occupate dai tedeschi. Raggiunge poi Ancona e Montesilvano, qui la sua corsa è interrotta da un bombardamento alleato che distrugge parte della linea ferroviaria. John prosegue il suo cammino verso sud a piedi. È aiutato da una coppia di ebrei che lo informano che Bari e Foggia sono state liberate dagli alleati. Viene ospitato presso una fattoria di loro proprietà dove è «estremamente ben curato per dieci giorni»

Il 28 settembre parte con alcuni italiani per Foggia. Presso Pennapiedimonte si unisce al gruppo un altro soldato inglese, Berte Barker, e insieme raggiungono Montenero di Bisaccia. Vi rimangono cinque giorni, riuscendo a prendere contatti con le forze alleate a cui si ricongiungono giunti a Foggia.

Trasferito in aereo a Tunisi viene rimpatriato il 27 ottobre 1943.

Bibliografia/Fonti

TNA, War Office (WO) 208/3317, Escape Report “John Egbert Falls Dickson” (19 dicembre 1943)