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PG 146 - Mortara

Autore/i della scheda: Costantino Di Sante

Dati sul campo

Comune: Mortara

Provincia: Pavia

Regione: Lombardia

Ubicazione: Mortara - Mortara

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 146

Numero di posta militare: 3100

Campo per: truppa

Giuristizione territoriale: Difesa Territoriale di Milano

Scalo ferroviario: Mortara

Sistemazione: accantonamento

Capacità: 250

In funzione: da 03/1943 al 09/1943

Comando/gestione del campo: Colonello Giulio Trinchieri

Cronologia:
Marzo 1943 viene istituito il campo di lavoro n. 146.
Aprile 1943 nei primi giorni del mese arrivano i primi 230 prigionieri sudafricani bianchi.

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Mortara

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
30.4.1943       610 610
31.5.1943       1480 1480
30.6.1943       2344 2344
31.7.1943       2342 2342
31.8.1943       2341 2341
 

Storia del campo

Nel gennaio del 1943 l’Ufficio prigionieri di guerra dello Stato Maggiore dell’Esercito decide che nel comune di Mortara deve essere realizzato un campo di concentramento per prigionieri di guerra dal quale dovranno poi dipendere tutti i distaccamenti di lavoro della provincia di Pavia. Il campo entrerà in funzione nel marzo successivo con il numero identificativo 146.
Quello di Mortara più che un campo, come lo intendiamo classicamente, funzionò come centro di smistamento dove i prigionieri vi rimanevano per poco tempo prima di essere inviati nei vari distaccamenti. Infatti la sua sede, dove furono insediati il comando, gli uffici amministrativi e i dormitori per il corpo di guardia, si trovava all’interno del palazzo Cambieri, un edificio storico al centro della città di proprietà del comune. L’edificio, già era stato utilizzato in passato per alloggiare dei militari. Durante la seconda guerra di Indipendenza aveva ospitato le truppe del generale austriaco Giulay prima della battaglia di Palestro. Mentre per accogliere temporaneamente i prigionieri in transito furono messi a disposizione i locali di una scuola, alcuni spazi all’interno del teatro civico e una palestra.
Non abbiamo un elenco preciso di tutti i distaccamenti di lavoro che dipendevano dal campo 146, ma da alcuni documenti si desume che questi furono circa trenta. Da Roger Absalom sappiamo dell’esistenza nel pavese dei seguenti distaccamenti: 146/5 a Sartirana Lomellina; 146/23 a Landriano; 146/25 a Chignolo Po; 146/26 a Torre d’Arese e il 146/16 in una località indicata come “Casino Rinaldo”. Secondo lo stesso studioso, dipendevano da Mortara anche i distaccamenti di Lodi, Massalengo (LO) e quelli di Pandino, Gradella e Agnadello in provincia di Cremona. In queste località quasi tutti i prigionieri erano impiegati in agricoltura.
Le condizioni di lavoro, in quasi tutte le località, molto probabilmente furono accettabili. Si ha notizia solo che in uno dei distaccamenti il comandante fece di tutto per non migliorare le condizioni del campo rifiutandosi anche di richiedere i pacchi della Croce Rossa e incarcerando i prigionieri che protestavano.
Dopo l’8 settembre 1943, prima dell’arrivo dei tedeschi, il comandante del campo di Mortara allertò i prigionieri invitandoli a trovare rifugio presso le fattorie e dai contadini dove avevano lavorato.
Palazzo Cambieri, dove era stata insediato il comando del campo di lavoro di Mortara, nel dopoguerra è stata la sede della biblioteca comunale “Francesco Pezza” fino al 2011, da quella data ospita un centro per anziani.

Fonti archivistiche

Bibliografia

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