Autore/i della scheda: Costantino Di Sante
Dati sul campo
Comune: Vetralla
Provincia: Viterbo
Regione: Lazio
Ubicazione: Mazzocchio Basso - Vetralla
Tipologia campo: concentramento
Numero convenzionale: 68
Numero di posta militare: 3300
Campo per: sottufficiali – truppa
Giuristizione territoriale: XVII Corpo d’Armata
Scalo ferroviario: Vetralla
Sistemazione: baraccamento
Capacità: 4000
In funzione: da 01/07/1942 al 03/01/1943
Comando/gestione del campo: Colonnello Alfredo Mercurelli (1° luglio 1942 – 3 gennaio 1943)
Cronologia:
Aprile1942 riprendono i lavori di costruzione del campo
3 luglio 1942 arrivano i primi prigionieri britannici dal campo di Sulmona
22 dicembre 1942 viene decisa la chiusura del campo e i prigionieri trasferiti in altri campi
3 gennaio 1943 il campo viene definitivamente chiuso
Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Vetralla
Data | Generali | Ufficiali | Sottufficiali | Truppa | TOT |
31.8.1942 | 3 | 197 | 200 | ||
30.9.1942 | 3 | 199 | 202 | ||
31.10.1942 | 3 | 219 | 222 | ||
30.11.1942 | 102 | 1781 | 1883 | ||
31.12.1942 | 179 | 2011 | 2190 |
Storia del campo
Il progetto di realizzare un campo per prigionieri di guerra nel comune di Vetralla risale al 1940. Dopo l’inizio dei lavori questi furono interrotti perché potevano danneggiare i tubi dell’acquedotto che attraversavano l’area prescelta. Nell’aprile del 1942 i lavori ripresero quando il genio militare garantì che i tubi sarebbero stati spostati e che non ci sarebbero stati problemi per l’approvvigionamento idrico della popolazione locale.
Il campo n. 68 di Vetralla (VT) fu aperto il 1° luglio 1942 quando i lavori di costruzione non erano ancora stati ultimati. Due giorni dopo da quello di Sulmona (AQ) vi furono inviati 202 prigionieri britannici. Questi erano stati selezionati in base alle loro capacità a svolgere lavori edili tra i prigionieri volontari che avevano deciso di lavorare. Il progetto prevedeva che una volta ultimato potesse contenere 4.000 prigionieri.
Quando fu decisa la sua dimissione nel dicembre 1942, molto probabilmente perché i suoi baraccamenti dovevano servire per ricoverare sfollati e profughi di guerra, i lavori erano ancora in corso. Nel novembre precedente i circa 2.000 prigionieri che vi furono trasferiti, quasi tutti inglesi, occuparono tutte le baracche disponibili. Per circa due mesi i prigionieri furono costretti a vivere con gli stessi abiti con i quali erano stati catturati in Libia e con poco spazio a disposizione da poter utilizzare per la mensa e per lo spaccio.
Il 5 ottobre del 1942 il prigioniero Alberto Edward Penny, sergente della marina britannica, riesce a fuggire vestito da contadino. Dopo aver rubato una bicicletta nel campo raggiunge la Città del Vaticano chiedendo di essere ricevuto dal Ministro inglese presso la Santa Sede. Dopo pochi giorni le autorità del Vaticano lo riconsegnarono a quelle del campo.
Con la decisione della sua dismissione tra il 26 dicembre 1942 e il 2 gennaio 1943 i prigionieri furono smistati in altri campi: 500 a Pian di Coreglia (GE); 850 a Gruppignano (UD); 500 a Gravina/Altamura (BA); 500 al campo di Fossoli di Carpi (MO) e 500 a Monteurano (FM). Un ultimo gruppo di 100 prigionieri fu invece inviato nella vicina località del comune di Acquapendente per essere impiegati nella costruzione del locale campo di concentramento.
Dopo la chiusura vi furono alloggiati degli sfollati. Dopo l’8 settembre 1943 e nei mesi successivi alla liberazione del giugno 1943 parte dei materiali fu asportata dalla popolazione locale. Nella primavera del 1945, il Ministero dell’Interno rinunciò definitivamente al suo ripristino visto gli alti costi (circa 110 milioni di lire).
Le 64 costruzioni che facevano parte del campo furono lasciate in abbandono. Oggi ancora alcuni segni di memoria sono visibili tra le 13 baracche ancora esistenti.
Fonti archivistiche
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, A5G, II GM, bb. 116, 117
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, H8, b. 79
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, L10, b. 32
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, N1-11, DS bb. 667, 740, 840, 843
- The National Archives, WO 224/129
Bibliografia
- Bassetti S., Acquapendente. Campo di concentramento PG 10, Vignate, Lampi di stampa, 2020
- Insolvibile I., I prigionieri alleati in Italia 1940-1943, tesi di dottorato, Dottorato in "Innovazione e Gestione delle Risorse Pubbliche", curriculum “Scienze Umane, Storiche e della Formazione”, Storia Contemporanea, Università degli Studi del Molise, anno accademico 2019-2020,