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PG 136 - OARE Bologna

Autore/i della scheda: Isabella Insolvibile

Dati sul campo

Comune: Bologna

Provincia: Bologna

Regione: Emilia-Romagna

Ubicazione: Via Castelmerlo, Caserma Stamoto, Officina Automobilistica Regio Esercito (OARE) - Bologna

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 136

Numero di posta militare: 3200

Campo per: sottufficiali – truppa

Giuristizione territoriale: Difesa Territoriale Bologna

Scalo ferroviario: Bologna

Sistemazione: baraccamento

Capacità: 125

In funzione: da 10/1942 al 1943

Comando/gestione del campo: Sottotenente Annito Zani

Cronologia:
Ottobre 1942: i prigionieri alleati sono assegnati all’Officina Automobilistica Regio Esercito di Bologna
Dopo l’8 settembre 1943: i prigionieri vengono, presumibilmente, catturati dai tedeschi

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Bologna

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
31.10.1942     11 91 102
30.11.1942     9 85 94
31.12.1942     9 92 101
31.1.1943     9 91 100
28.2.1943     8 110 118
31.3.1943     8 109 117
30.4.1943     8 108 116
31.5.1943     8 108 116
30.6.1943     8 108 116
31.8.1942       115 115
 

Storia del campo

Nell’ottobre 1942 alcune decine di prigionieri, scelti accuratamente sulla base di determinate specializzazioni (meccanici, saldatori, lamieristi, aggiustatori, falegnami, carradori e scoccai), vengono inviati a Bologna presso l’Officina Automobilistica Regio Esercito. Alcuni sono assegnati a una sezione distaccata – il Magazzino Principale Ricambi di Piacenza – della stessa OARE. Tutti sono direttamente impiegati al servizio dello sforzo bellico del detentore; ICRC e potenza protettrice non saranno mai ammessi al campo. L’impiego, in palese violazione dell’articolo 31 della Convenzione di Ginevra, non sembra costituire un problema per gli italiani, che piuttosto si preoccupano della sicurezza nazionale, data la pericolosità rappresentata dai soldati nemici all’interno di un’installazione militare. Si raccomandano, quindi, «un piano di sorveglianza particolarmente avveduto, curato in ogni dettaglio, sotto il diretto ed esclusivo controllo di CC.RR.» [AUSSME, N1-11, b. 843], nonché, per i prigionieri, abiti da lavoro diversi da quelli degli addetti italiani e con chiare indicazioni dello status di prigionieri; questi ultimi, inoltre, devono essere esclusivamente di nazionalità britannica o dei Dominions» [AUSSME, N1-11, b. 843].
Non si hanno informazioni sulla sorte dei prigionieri dopo l’armistizio.
Oltre alla violazione dell’art. 31 della Convenzione, i prigionieri impiegati presso l’OARE sono esposti al rischio di essere coinvolti in attacchi nemici, dato che l’impianto è senza dubbio un obiettivo militare. L’articolo violato è in questo caso il numero 9.

Fonti archivistiche

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