Autore/i della scheda: Costantino Di Sante
Dati sul campo
Comune: Monteleone di Spoleto
Provincia: Perugia
Regione: Umbria
Ubicazione: Ruscio - Monteleone di Spoleto
Tipologia campo: lavoro
Numero convenzionale: 117
Numero di posta militare: 330
Campo per: sottufficiali – truppa
Giuristizione territoriale: XVII Corpo d’Armata
Scalo ferroviario: Serravalle-Cascia
Sistemazione: baraccamento
Capacità: 200
In funzione: da 08/1942 al 09/1943
Comando/gestione del campo: Capitano V. Romano (Agosto - settembre 1942) -Capitano Arnaldo Mutti (Ottobre 1942 - 1943)
Cronologia:
Agosto 1942 apertura del campo
Ottobre 1942 è registrata la presenza di alcuni prigionieri alleati
Aprile 1943 il campo inizia ad essere utilizzato per l’internamento dei civili
Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Monteleone di Spoleto
Data | Generali | Ufficiali | Sottufficiali | Truppa | TOT |
31.10.1942 | 5 | 5[1] | |||
31.12.1942 | 6 | 6[2] | |||
31.1.1943 | 1 | 1[3] | |||
31.3.1943 | 1 | 1[4] |
Storia del campo
Il campo di lavoro n. 117 di Ruscio fu utilizzato quasi esclusivamente per gli interanti militari e civili jugoslavi impiegati nella locale miniera di lignite. I pochissimi prigionieri alleati presenti appartenevano a non meglio specificate «nazionalità diverse».
La sua istituzione si deve alla richiesta che fu inviata nel giugno 1942 dalla Società mineraria umbra al Direttivo nazionale del Pnf perché gli venissero assegnati dei prigionieri per essere impiegati nell’attività estrattiva. Aperto nell’agosto del 1942, il campo era composto da una baracca utilizzata come dormitorio e per la cucina, da un’altra usata come magazzino. Fuori dal reticolato altre due baracche servivano per ospitare il corpo di guardia e il comando.
Le condizioni di vita, nonostante il duro lavoro in miniera e gli alloggi nelle baracche di legno poco confortevoli, furono definite «sopportabili». Le lamentele maggiori da parte dei prigionieri, riguardarono la mancanza dell’acqua. L’assenza del lavatoio e l’inefficiente impianto idrico, costringevano i prigionieri a prendere l’acqua con le borracce dal vicino fiume.
Nell’aprile del 1943 cessa di essere utilizzato come campo per prigionieri di guerra per diventare un campo per internati civili jugoslavi. Nei mesi successivi non sarà più indicato con il n. 117 ma come distaccamento del campo n. 115 di Morgnano (PG).
In seguito all’armistizio il campo viene sciolto e gli internati, quasi tutti montenegrini, sembra che siano sono stati ricondotti nel campo di Colfiorito da dove provenivano.
Fonti archivistiche
- Archivio Apostolico Vaticano, IAC, UIV, Sez. Segr., b. 518, f. 29
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Aeronautica, Gabinetto, b. 70, Verbali e Notiziari della Commissione Interministeriale per i Prigionieri di Guerra
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, A5G, II GM, bb. 116, 117
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, H8, b. 79
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, L10, b. 32
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, M/3, b. 64
- Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, N1-11, DS bb. 667, 1130, 1243
Bibliografia
- Capogreco C.S., I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), Torino, Einaudi, 2004
- Insolvibile I., I prigionieri alleati in Italia 1940-1943, tesi di dottorato, Dottorato in "Innovazione e Gestione delle Risorse Pubbliche", curriculum “Scienze Umane, Storiche e della Formazione”, Storia Contemporanea, Università degli Studi del Molise, anno accademico 2019-2020,
- Nardelli D.R., Il campo PG n. 117 di Ruscio. Un caso di sfruttamento del lavoro obbligatorio in tempo di guerra (1942-1943), Ruscio, Edizioni “La Barozza”, 2013 (Quaderni di Ruscio, n. 9)
- Nardelli D.R., Pergolini L., Impiegati in lavori manuali. Lo sfruttamento dei prigionieri di guerra e degli internati civili slavi nei campi di concentramento in Umbria (1942-1943), Foligno, Editoriale Umbra-Isuc, 2014